Ha l’intraprendenza del viaggiatore di Gulliver, la speranza dei giovani rivoluzionari, l’eleganza del barone rampante di Calvino e il sorriso concesso ai sognatori. Il 28enne Antonio Latronico ha inaugurato il suo punto vendita di Ferramenta il 26 Ottobre del 2015 in via Roma, a Castelsaraceno. Dopo un’esperienza lavorativa nel campo dell’elettronica e un corso di formazione come tecnico hardware, Antonio si interroga sulla direzione da intraprendere per consolidare il suo futuro, professionale e umano.
L’idea di investire in un settore che evidenzia scarsa concorrenza locale si concretizza immediatamente con il fitto di uno e poi due locali, con la scelta delle referenze dei prodotti da commercializzare, con l’approccio alla burocrazia di cui necessita l’avvio di un progetto commerciale. E con l’esenzione del pagamento delle tasse comunali nei primi tre anni di attività, per la Strategia Zero Tasse determinata dall’amministrazione comunale. Antonio si cimenta in maniera sempre più professionale, tra le tabelle dei fornitori e gli scaffali del negozio che ampliano continuamente l’offerta, differenziandola dal settore casalingo a quello edilizio. Antonio lavora con umiltà e serietà, più di nove ore al giorno, con la passione di chi lavora per vocazione e mai solo per competenza. Facendo bene il proprio lavoro, Antonio rispetta gli altri e pretende dagli altri il rispetto delle regole con la stessa osservanza e educazione. Questa passione ha a che fare con la bellezza di scoprire il proprio mestiere, come era per gli apprendisti delle botteghe rinascimentali, in cui si coniugava un sapere concettuale, teorico alla sua applicazione. Quella stessa passione, che si erge dal sacrificio, è la vera risorsa di Antonio, che crede fermamente nelle potenzialità dell’entusiasmo ponderato, nella visione di opportunità che l’ottimismo ti aiuta a mettere a fuoco. Chi è propositivo e rischia, per applicare l’idea in cui crede, ha già vinto, perché vede una possibilità di riuscire laddove gli altri vagano nell’abulia e nell’apatia.
Nell’assenza di strade invase da negozi, Antonio non vede la valigia dell’emigrante, ma l’opportunità di investire, radicandosi al suo paese – di cui riesce ad apprezzare il ritmo lineare – e immaginando un impegno che non gli farà pesare le dimensioni oziose del territorio. Antonio decide di non ammazzare il tempo, ma di riempirlo. E la fortuna aiuta gli audaci, anche senza un capitale di partenza esorbitante, che hanno la capacità di flettersi ai cambiamenti e articolarsi nel movimento. Antonio crede che non sia esclusivamente un luogo a renderti competitivo sul mercato.
Quella passione è la chiave di volta di questi profondi occhi blu, la sua marcia in più, che gli permetterà di continuare a crescere nei prossimi anni. Un autore della Germania dell’800, spiegava la nascita del capitalismo e degli imprenditori occidentali con un’etica religiosa che obbligava a seguire la propria vocazione, nella professione, assicurandosi salvezza o dannazione eterna. Antonio, tra le mura del suo negozio, non offre solo un servizio alla cittadinanza recuperando dell’utile monetario che reinveste per migliorare l’attività, ma costruisce e sperimenta se stesso attraverso la sua professione. Si è immerso a capofitto nella sua attività, in questi sedici mesi, con consapevolezza, pazienza e dedizione, dimostrando attitudine al commercio non solo per la sua disponibilità, la sua gentilezza al cliente – privato, pubblico, locale o meno – ma anche per capacità di marketing e programmazione.
Ascoltare la storia di Antonio attraverso il suo sorriso e la sua motivazione ti fa credere che alla domanda che si ponevano gli abitanti di Fontamara, nel libro di Silone, sul “Che fare”, si possa rispondere senza sgomento o rassegnazione, ma credendo nel progresso individuale che parte dal proprio impegno e dalla propria costanza.